Ci voleva l’attuale crisi economica , che sta rivelando l’aspetto inquietante e pericoloso della GLOBALIZZAZIONE, a mitigare e modulare l’opinione del giornalista Marco Ventura sulla funzione della religione nel mondo contemporaneo. In un articolo di circa due anni fa, augurava: ‘Le religioni tornino ad essere anticorpi contro trame e corruzione’ (era proprio questo il titolo). Tornino?! E quando mai lo furno?! Se scrive su una testata prestigiosa come il C.d.S., Ventura non è certo uno sciocco, né un disinformato: sa benissimo quali e quanti scempi le religioni abbiano perpetrato e quanto questo sia oggi non più mascherabile. È per questo che per dare vigore alla sua tesi il furbone mise allora in atto una strategia sconcertante. Cominciò con lo snocciolare quei comportamenti indotti dalle religioni che conducono, come hanno fatto, alla degenerazione morale di un popolo, per arrivare a concludere che, invece, ecco.. bisognerebbe fare il contrario! Ma va là! E chi ci avrebbe mai pensato! La mia irritazione fu tale da indurmi a stilare un promemoria di controargomentazioni atte a dimostrare che il malaffare indotto dalle fedi non è affatto episodico e contingente, bensì STRUTTURALE, col presentimento che un giorno mi sarebbe tornato utile. Sesto senso? Boh! E mi presi anche un piccolo supplemento di vendetta squadernando 29 anagrammi satirici del nome del giornalista (1). Da far impallidire Stefano Bartezzaghi. Tra tutte quelle che mi appuntai riporto solo quella che analizza il difetto che più di tutti, a mio avviso, impedisce alle religioni di svolgere un positivo ruolo moralizzatore in seno alla società. La critica era in particolare diretta alla Chiesa cattolica, la cui realtà, per ovvi motivi, è quella che conosco meglio, ma quel difetto è comune più o meno a tutte le altre. Il fatto è che le religioni-le tre monoteiste in particolare-non pongono alcuna attenzione alle conseguenze SOCIALI del peccato/reato. Questo è un fatto individuale per il quale il soggetto deve vedersela personalmente con.. DIO(!!), ma non è tenuto, non dico a riparare, ma neanche a riconoscere, i guasti sociali prodotti dalla sua azione. Basta che uno ‘si converta’ ed è salvo (la vicenda del capo-camorra Raffaele Cutolo insegna). Conseguenza è, che la Chiesa non riconosce il reato associativo. Enrico ‘Renatino’ de Pedis, altro convertito e capo della famigerata ‘banda della Magliana’ era -sontuosamente-tumulato nella chiesa di s. Apollinare in Roma. La sua storia è tornata alla ribalta di recente. È commovente lo slancio materno della Chiesa verso i convertiti RICCHI! La Chiesa non ha mai scomunicato la mafia; organizzazione con la quale condivide per altro alcune caratteristiche. Ad es.: entrambe non riconoscono l’autorità dello Stato. Non si deve obbedienza ad esso. Con quale pudor, mi chiedo (e VI chiedo), potè Marco perorare quel che perorò? Mah! Adesso, invece.. che meraviglia! Dando pienamente ragione, finalmente, alla realtà, il Nostro ci fornisce una visione delle fedi molto somigliante al classico ‘oppio del popolo’-nella garbata definizione datane da Karl Marx. Io sarei andato giù più pesante-in concorrenza, complicità, emulazione, odio-amore, e poi ancora odio, con un altro ‘oppio’ montante, quello dei movimenti POPULISTI (in genere a carattere xenofobo e/o razzista), che sempre di più flagellano il panorama politico europeo (2). Ad onor del vero, sono questi a porsi nel ruolo di aggressori nei confronti delle fedi tradizionali (v. ‘I populisti che arruolano Dio’ La Lettura-C.d.S. 100612). Alla loro apparizione i movimenti populisti, ad es. quelli di Haider (bonanima) in Austria, Le Pen in Francia, e con i dovuti distinguo anche la ‘nostra’ Lega Nord, non si curarono molto della questione religiosa, tanto erano forti gli argomenti con cui potevano far presa su una gran fetta di popolazione, sconcertata dall’indebolimento degli stati e delle nazionalità. Fu l’attacco alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001, si dice, a costituire il punto di svolta. Beh, secondo me quello fu, sì, un evento catalizzatore, ma la ‘deriva teologica’ dei populismi ci sarebbe prima o poi stata anche a prescindere da quel tragico evento. I populismi cominciarono a dare il via alla battuta per procacciarsi il favore dell’Onnipotente, tutto ciò principalmente in chiave anti-musulmana e anti-moderna. Anzi: forse più precisamente, era l’Onnipotente che doveva piegarsi alle nuove esigenze in un mondo in trasformazione. “Il Dio del popolo presuppone ‘civiltà’ e ‘culture’ contrapposte, demarca il ‘noi’ e il ‘loro’. Siamo cristiani perché loro sono musulmani. Siamo cristiani perché lo siamo sempre stati”. Il trambusto creato da questo in seno alle religioni tradizionali è più forte di quanto normalmente non appaia, e non solo perché il fenomeno spezza il monopolio di queste su dio, ma anche per la lacerazione che induce all’interno delle stesse. Molti pezzi di queste, sono infatti attratti da questo fenomeno, che potrebbe dare il via (e forse l’ha già dato) ad una rivincita e a un ritorno di dio in un mondo sempre più secolarizzato. Tutto questo arriva a produrre delle alchimie che a volte rasentano (rasentano?!) il grottesco. Per quello si batte lo statunitense Tea Party. Søren Krarup, pastore protestante e deputato, ha plasmato l’ideologia del Partito danese del popolo. L’ortodossia greca è preda di una deriva sempre più nazionalista, antiecumenica e antioccidentale. Nel nord Europa, libertà sessuale, ateismo e difesa dei diritti umani trovano sponda (udite!!) nella religione popolare e tradizionale. Sembra salvarsi (per ora) la Chiesa anglicana, in lotta contro il British national party e la English defence league. Ripeto, secondo me il decorso dei movimenti populisti era già segnato, Torri Gemelle o no, perché quando si ha una certa.. INDOLE, e si ha bisogno del NOME GROSSO da presentare, per cautelarsi e permettersi di curare di bene in meglio gli affaracci propri, inevitabilmente si va a finire al PIÙ GROSSO dei nomi presentabili. Come fecero, a loro tempo, le religioni tradizionali per diventare tali. Forse proprio a questo, in chiusura dell’articolo, allude il Ventura, che, ormai in piena maturazione, si riscatta definitivamente dal suo torbido passato. “Nell’età secolare il popolo non appartiene più a Dio. I populisti cercano consenso e potere rovesciando i termini: il loro Dio appartiene al popolo; vale perché serve il popolo. Li inseguono le Chiese e le religioni quando strillano “no, Dio è mio”. E SE INVECE DIO NON FOSSE DI NESSUNO?”. Orbene, quella espressione da me riportata in maiuscolo, costituisce proprio uno dei cardini del discorso portato avanti dalla nostra Associazione. È l’espressione di un ateismo maturo, e non per questo meno radicale-anzi!..-di quello che risponde negativamente allo sterile dilemma: ‘dio esiste, oppure no?’. Non si richiede a Marco Ventura d’essersene reso conto. Comunque.. grazie!
Alessandro Petrucci
Note. (1) Eccone alcuni: ma tu ver Narco! (oppio al popolo) un ver tracoma (fa vedere proprio male!) vertà ‘n curamo vae, Marc’ untor! truce manovra trame! ‘n Cavour! van rumor.. Tace! (era ora!). (2) IMPORTANTE. Il fomeno è studiato dal progetto ‘Religio West’ (titolo eloquente!..), diretto dal politologo francese Olivier Roy, presso l’Istituto universitario europeo di Firenze.