“Chi sono io per giudicare un gay?”
Al pronunciamento di questa frase il 29 Luglio 2013 da parte di Papa Francesco I i mass media letteralmente impazzirono. Atei devoti di vecchia e nuova data eiacularono il loro entusiasmo in chilometri di inchiostro in articoloni pomposi su come tutto fosse cambiato nella Chiesa Cattolica Apostolica Romana, arguti commentatori associarono Bergoglio a Bakunin e le figure miserrime di Ratzinger furono cancellate in un istante.
Una nuova era si apriva, gli eterni muri tra mondo laico e clericale potevano dirsi abbattuti e chi non lo capiva era un povero coglione fermo al passato.
Oggi, a fine febbraio 2015, possiamo constatare che l’offensiva omofobica dei cattolici non è mai stata così invadente nella vita pubblica. “Sentinelle in piedi” manifestano in piazza, sedicenti associazioni per la vita portano in giro per tutta l’Italia Adinolfi e la Miriano pubblicizzando gli incontri con manifesti sei per sei affissi in ogni dove, indaffaratissimi avvocati rappresentanti di associazioni di genitori presentano ricorsi su ricorsi per bloccare una sana educazione sessuale nelle scuole in nome di una battaglia contro la teoria del gender.
Le promesse del premier Renzi (le leggi sulle cosiddette civil partenership dovevano essere varate a settembre 2014) sono cadute nel vuoto per l’azione dei soliti politici (parte integrante della maggioranza di governo) che rispondono prima al vaticano e poi (semmai) alla costituzione.
In giro sul web ci sono filmati omofobi che sembrano parodie di se stessi, che a guardarli viene da chiedersi se quelle persone che li stanno girando non si vergognino ad essere così omofobe, barbare e incivili.
Come diciamo da sempre, noi poveri coglioni che non ci facciamo abbindolare dalla frase ad effetto del pontefice o del politico di turno, le persone vanno giudicate sui fatti non sulle chiacchiere. E i fatti sono che in questi due anni di papa Bergoglio c’è stato un inasprimento delle azioni dei cattolici e un imbarbarimento di questi in posizioni che prima venivano solo sussurrate.
Un altro fatto incontrovertibile è che il “buon” Bergoglio a tutto ha pensato tranne che a cambiare la dottrina della chiesa. Ed era la prima cosa che avrebbe dovuto fare.
Ora si mormora che una nuova enciclica del Papa è alle porte, scommettiamo che per l’ennesima volta alle parole non seguiranno i fatti?
Alessandro Chiometti