MA CHE CE FREGA, MA CHE CE ‘MPORTA …
1) 20 di Settembre dell’Anno del Signore 2010.
Arrivo a Porta Pia intorno alle 9,10.
Vedo tre furgoni dei Carabinieri e 4 della Celere, nonché decine di appartenenti a questi due corpi; gli agenti in borghese, naturalmente non quantificabili, sono lasciati alla fantasia di chi legge.
Dopo qualche minuto, incontro un altro iscritto all’UAAR [1] ed iniziamo a scattare le prime foto.
Abbiamo, così, modo di vedere che la corona di fiori del Grande Oriente d’Italia [2], nonché altre 4, che erano alla destra del monumento, nel piccolo spazio transennato, per intenderci, vengono, con tatto, invero, spostate all’esterno; non sia mai che turbino le Autorità in arrivo!
Verso le 9,20, infatti, giunge Sua Eminenza il Segretario di Stato del Vaticano, Cardinale Bertone Tarcisio, accompagnato da un altro Prelato,
gioviale e pacato.
In rapida successione, giungono la Governatrice del Lazio, Sua Eccellenza [3] Polverini Renata, il Sindaco di Roma, Sua Eccellenza Alemanno Gianni, nonché Sua Eccellentissima Letta Gianni.
Da ultimo, ma non ultimo bensì Primo cittadino d’Italia, arriva l’Augusto Presidente della Repubblica, Napolitano Giorgio.
Così, alle 9,40, hanno inizio le Celebrazioni per i 140 anni della Breccia di Porta Pia e della liberazione di Roma dal tirannico dominio temporale del Papa, durato oltre un millennio!
“Giustamente”, prende la parola [4] per primo il Card. Bertone Tarcisio, il S.d.S. rappresentante dello Stato (ufficialmente) straniero ed, all’epoca dei fatti, sconfitto dall’esercito italiano e, soprattutto, dalla Storia.
Alle 10,05, come diceva quella vecchia canzone [5]:
“La festa appena cominciata è già finita …”.
2) Infatti, appena terminata la concione cardinalizia, le Autorità Supreme si sono dirette, tra due ali di Forze dell’Ordine, al Museo dei Bersaglieri.
Pertanto, S.E. il S.d.S. non solo ha parlato per primo, ma è stato pure l’UNICO AD AVER PARLATO!
E noi continuiamo ancora a pagare le tasse a questo Stato, i cui Rappresentanti non sanno far altro che tacere!
In verità, nessuno si attendeva che parlassero le Eccellenze Polverini, Alemanno e Letta, non foss’altro perché impegnatissime nella gara “Il sorriso più stereotipato”, ma il silenzio del Capo dello Stato ha superato la più sfrenata delle fantasie e ci ha fatto toccare il fondo, per ora.
Visto che l’unico deputato a parlare della fine del potere temporale di quella Chiesa, che rappresentò l’ostacolo maggiore all’unificazione dell’Italia, è stato un Suo molto illustre rappresentante, perché non affidare a Putin l’incarico di oratore unico per il venticinquennale della caduta del Muro di Berlino, nel 2014?
Le celebrazioni sono, poi, proseguite in Campidoglio, dove a Giorgio Napolitano è stata conferita la cittadinanza onoraria della Città di Roma; secondo un mio amico, un fine linguista, si legge: della Città del Vaticano.
Comunque, il veramente indecoroso spettacolo, a cui, oggi, mi è toccato di assistere, mi ha fatto venire in mente principalmente questa domanda:
“Dov’è la differenza tra questa Italia e quell’Iran, con cui tanto ci rompono i timpani, dove gli Ayatollah hanno la prima ed ultima parola?”.