[attenzione: spoiler inside]
Dopo il claustrofobico Buried vincitore di molti premi internazionali, il regista spagnolo Rodrigo Cortés torna in sala con Red Lights che lo vede a dirigere un cast straordinario. Innanzitutto sua maestà Robert De Niro (troppi i film fatti per citarne qualcuno) poi l’amatissima Sigourney Weaver (Alien, Ghostbusters, Avatar, Gorilla nella nebbia) e Cillian Murphy (28 giorni dopo, Batman Begins, Il vento che accarezza l’erba).
Sigourney Weaver e Cillian Murpyh interpretano rispettivamente Margaret Matheson e Tom Buckley, ricercatori del paranormale che smascherano puntualmente tutti i ciarlatani che millantano “poteri”. Che si parli di fantasmi, di telepatia, di psicocinesi il loro intervento pone sempre fine ai fenomeni in oggetto; ma ai loro successi non fa seguito un apprezzamento accademico, il loro dipartimento universitario ha fondi ridicoli rispetto ai colleghi che fanno “ricerca” sul paranormale dichiarandosi più aperti al mistero, nonostante poi questi stessi vengano puntualmente ridicolizzati dai due.
A complicare le cose ci pensa il ritorno sulle scene di Simon Silver (Robert De Niro) sensitivo cieco apparentemente dotato di poteri inspiegabili di cui la Matheson ha paura, complice anche l’evento che vide un giornalista critico nei confronti di Silver morire di un rarissimo tipo di infarto durante un suo spettacolo. Tom non si da pace nel vedere la collega timorosa proprio nei confronti del più discusso sensitivo del mondo e va allo spettacolo di Silver per indagare per proprio conto. Il prezzo che paga è un esplosione misteriosa di tutti i suoi strumenti e, come se non bastasse, ritrova in fin di vita la collega quando torna nel laboratorio colpita a quanto pare da un infarto simile all’evento già citato.
Buckley non accetta la sconfitta e mentre intorno a lui accadono eventi inspiegabili riesce a farsi inserire come osservatore nella commissione scientifica che dovrà esaminare proprio Simon Silver.
L’esame scientifico sembra confermare i poteri del sensitivo, ma due studenti di Buckley scoprono il duplice inganno che, come al solito, più è semplice e più è difficile da scoprire: Silver ha un complice nella commissione e per di più non è assolutamente cieco. ma mentre i due scoprono il trucco Tom Buckley si trova ad affrontare da solo Silver durante un nuovo spettacolo di questo nel teatro gremito. Lo smaschera, al prezzo però di smascherare anche se stesso rivelando che è l’unico uomo del mondo dotato di poteri paranormali.
Il film, girato quasi interamente in un’irriconoscibile Barcellona, si regge bene sul triangolo di bravura firmato De Niro-Murphy-Weaver, ma lascia il sospetto che il finale mistico sia quasi imposto dalla co-produzione americana. L’idea che l’unico sensitivo del mondo si adoperi tanto nel campo dell’indagine paranormale per trovare qualcuno simile a lui è gradevole, e altrettanto lo sono quelle scene in cui si rivelano i trucchi dei ciarlatani che infestano la nostra società promettendo cure miracolose e facendo abboccare un infinità di creduloni come se migliaia di anni di storia umana non ci avessero insegnato niente.
È evidente che il bisogno di credere e l’incapacità di accettare la malattia e la morte giocano a sfavore della razionalità e in questo il finale mistico del film che strizza l’occhio al fatto che comunque “qualcosa in più ci sia” non aiuta quella cultura che le associazioni di scettici cercano di diffondere. Da ricordare sempre che quella di James Randi (collegata all’italiana Cicap), da decenni ormai, ha messo in palio un milione di dollari per chiunque riesca a provare di avere facoltà paranormali.
La scelta in questi fenomeni non è fra il credere o non credere, ma se essere o meno creduloni.
J. Mnemonic