Stimatissimo professor Angelo d’Orsi,
ho letto il suo appello e sono ad esprimerle alcune considerazioni da persona da sempre impegnata nell’utopistico obiettivo di rilanciare la Sinistra (senza inutili e anacronistici distinguo).
La sua analisi e le sue riflessioni le condivido in modo molto ampio, del resto la sua lucidità politica e sapienza storica sono fuori discussione, quindi non sto a sezionare il capello in quattro su temi marginali o a ritirar fuori le questioni su Trockij e Stalin[1].
Tuttavia ci sono due questioni politiche e una metodologica che, secondo me, sono assolutamente da chiarire in modo inequivocabile. Ce n’è poi una quarta che dovrebbe essere messa a preambolo di tutto e lascio per ultima solo perché, per esperienza, so che è la più difficile da accettare fra compagni.
Partiamo dalle questioni politiche.
1) Quando lei dice “Non so se quest’azione comporti la rinuncia a sigle e simboli, io non lo chiedo“, mi scusi ma dopo tutto quel che è successo nei vari tentativi di ri-unione delle forze di sinistra (lei cita il Brancaccio, ma c’erano anche la Sinistra Anticapitalista del 2009, Rivoluzione Civile, la lista Tsipras etc.) questa è per me una conditio sine qua non .
Non è ancora chiaro che è assolutamente necessario resettare ogni esperienza e che in ogni riunione “uno vale uno” e non “uno vale i voti che controllo con la mia sezione sindacale/associazione culturale/residuo-di-partito/comitato”? Questo metodo era una delle poche buone pratiche di politica messe in atto dal Movimento cinque stelle e, infatti, i comandanti grillini lo hanno presto accantonato appena sono arrivate le “cause di forza maggiore”.
Non sto ad analizzare nel dettaglio i disastri causati ogni qualvolta nei tentativi di ri-unione si è derogato a questo principio, ma la mia esperienza mi dice che se questo non è chiaro fin dalle premesse, allora non vale neanche la pena andare alla riunione della nuova Costituente.[2]
2) Nelle sue parole noto una certa tendenza, abbastanza comune fra gli intellettuali di sinistra, a giustificare le manifestazioni e i movimenti contro il Green Pass, e reputare i fascisti e gli altri impresentabili “presenze casuali” o quanto meno “collaterali”.
No, mi dispiace ma non sono proprio d’accordo. Non siamo “noi” che vogliamo la Costituente delle Sinistra a dover fare le differenziazioni. Se chi aveva delle critiche serie e razionali contro la gestione Conte-Speranza-Draghi dell’emergenza pandemica non ha saputo distinguersi dai fascisti che hanno assaltato la Cgil e dagli alienati che credono a qualunque panzana su internet, non è un lavoro che possiamo far noi al posto loro. Anche perché la cosa è andata ripetendosi.
Nelle manifestazioni di Trieste se “coloro che chiedevano lavoro” (ammesso e non concesso che sia il Green Pass il problema del lavoro e non invece il perdurare delle restrizioni) è stata rubata da Montesano e il vario fascistume, non possiamo pensare minimamente di portare quello schifo dentro la Costituente.
Cercare “nuclei di verità” nelle teorie irrazionali più strampalate come hanno fatto i Wu Ming è una scelta sbagliata e irresponsabile e che ha conseguenze pesantissime.[3]
Ci sono situazioni in cui questa operazione può avere un senso. Non certo questa perché, che sia ben chiaro una volta per tutte, in una situazione di pandemia con un’elevata letalità del virus lo Stato è legittimato a porre in atto azioni, anche obblighi, per contenerla. Che poi queste vadano valutate nella loro efficacia puntualmente e non riproposte ad libitum come le chiusure di Speranza è un altro discorso.
Ma pensare che a causa delle proprie convinzioni a-scientifiche si possa tranquillamente andare in giro per locali pubblici o in filiera lavorativa senza vaccinarsi o sottoporsi a tamponi di controllo perché questo sarebbe anticostituzionale (falso), è assolutamente ridicolo. Piaccia o no, la campagna vaccinale del generale Figliuolo[4] e il Green Pass sono state le prime cose razionali (anche se con alcune incongruenze, certo) fatte dal governo italiano dall’inizio della pandemia.
Questione metodologica.
Dovrebbe essere ormai chiaro esaminando le esperienze ricostituenti fin qui effettuate (compresa la sua di Torino) che è impensabile ricostruire la sinistra a fini elettorali nel breve tempo.
La Costituente dovrebbe anzi scrivere nelle sue regole fondanti ben chiaramente che non si presenterà alle elezioni, né locali né nazionali, almeno per dieci anni e comunque non fino a quando non avrà un supporto tale da garantire l’uscita dalle “percentuali da prefisso telefonico”.
Anche qui, cerchiamo di imparare dalle lezioni della storia recente. I pentastellati hanno disertato le urne fino a quando non sapevano di far male con la loro percentuale, questo perché è ben chiaro che una volta che si va alla conta dei voti, la forza politica vale quei voti e nulla di più. E automaticamente l’esperienza finisce perché senza aver prima bucato il muro della disinformazione sistematica e aver colmato l’assenza dai mass media non si va da nessuna parte, quindi subentrano delusioni, litigi e quindi scioglimento della “Nuova Sinistra Appena Ricostruita” e ognuno torna al suo orticello.
Nel frattempo c’è un allarme ben più grave della Covid ed anche della Crisi economica nascente. Si chiama “Riscaldamento globale a causa delle attività dell’uomo“.
Chi è interessato al futuro del pianeta (e non solo del nostro Paese) dovrebbe impegnarsi notte e giorno a far si che la follia autodistruttiva dell’Homo sedicente Sapiens finisca e che si realizzi davvero quella svolta green che possa impedire di mandar fuori controllo l’anomalia termica del pianeta. La deadline è fissata per gennaio 2026, ovvero appena quattro anni. Sarei tentato di dire che gli sforzi per la Costituente di sinistra possono essere sospesi in attesa di sapere se avremo un futuro e di riversare ogni nostra energia a supportare i ragazzi del Friday’s for future. Chissà magari troveremo lì anche i futuri leader di una sinistra verde e internazionalista, anche perché di una sinistra che non sia verde e internazionalista personalmente io non saprei che farmene.
La questione davvero difficile.
Concludo con ciò che mi attirerà odio disprezzo ed (altre) epurazioni: la Costituente della “nuova” sinistra deve scrollarsi di dosso il pregiudizio antiscientifico che si porta dietro da un bel po’ di anni.
Esempi rapidi e dolorosi:
– tutti siamo contro la Tav e tutti siamo contro il Ponte sullo stretto di Messina, ma non per questo è possibile pensare di appoggiare a prescindere ogni comitato NIMBY di questo paese;
– tutti pensiamo che la gestione della Covid sia stata usata per attaccare e restringere alcuni diritti, non per questo possiamo prendere in considerazione ogni delirio che porti a complotti formato Qanon;
– tutti siamo d’accordo che le aziende farmaceutiche hanno dei profitti non perfettamente etici e limpidi, non per questo dobbiamo tornare a curarci dai ciarlatani.
Lo so che con i virologi a sbattersi in faccia i curriculum in tv, fisici che si sono improvvisati veggenti sui picchi pandemici (sbagliando clamorosamente fra l’altro), fondazioni di ricerca statistica che a sentir loro dovevamo morir tutti con le riaperture di giugno 2020; la scienza (a causa dei suoi comunicatori improvvisati) non ha fatto una bella figura durante la pandemia; tuttavia se la Costituente della Sinistra ha intenzione di rinunciare al caro “vecchio” metodo scientifico allora è destinata ad aver vita breve e ad essere la solita ciurmaglia di urlatori indistinti che solo casualmente, ogni tanto, diranno la stessa cosa.
Buon lavoro Professore, ce n’è davvero tanto da fare.
Alessandro Chiometti
[1] Non le ritiro fuori ma che sia ben chiaro che lo Stalinismo fa parte di quell’Ur–fascismo su cui Umberto Eco ci ha ben redarguito e che, semmai ci sarà una costituente di sinistra, i nostalgici dei baffoni saranno lì trattati alla stregua dei nostalgici dei baffetti.
[2] “Allora io devo sciogliere il mio circolo culturale?” come ho tristemente sentito obiettare in decine di riunioni. Ovviamente no, si parla dei processi decisionali dentro la costituente dove ci devono essere solo PERSONE FISICHE e non altre realtà. Con il proprio circolo culturale ognuno continuerà a fare tutte le attività che vuole, fuori dalla Costituente.
[3] Non riesco proprio a capire come chi scrive un utilissimo manuale/mappa come “La Q di Qomplotto” possa poi perdersi in quella marea di assurdità che sono state le manifestazioni dei no green pass.
[4] Saper essere obiettivi e pensare senza dogmi e quindi riconoscere anche le azioni “giuste” fatte anche da chi non è dalla mia parte politica o filosofica come un generale dell’esercito è una cosa di cui proprio non riesco a sentirmi in colpa.