Ci mancava proprio l’ennesimo polpettone mistico sulla fine del mondo.
Se fino ad ora Hollywood aveva almeno salvato le apparenze cercando di mettere insieme nei catastrofici filmoni di fine/inizio millenio, trame che, per quanto attaccate con lo sputo, dessero un minimo di senso logico alla produzione, in questa ciofeca non ce n’è traccia alcuna.
L’ennesima bambina che fa l’ennesima profezia sulla fine del mondo perché riceve messaggi da… da… boooohhhh il film non chiarisce, può essere l’adilà, il paradiso, il futuro (come riporta la pessima traduzione italica del titolo del film: “knowing” da noi diventa “segnali dal futuro”), gli alieni e chi più ne ha più ne metta.
Alex Proyas, regista che di memorabile ha soltanto “il Corvo” alle spalle, o ha le idee un po’ confuse o non ne ha proprio.
Vabbè, trama (se cosi si può chiamare): nel 1959 una bambina “sente le voci” che le fanno scrivere un messaggio numerico in cui sono indicate date, numero di morti, latitudine e longitudine di tutte le disgrazie future (non è dato sapere da che numero di morti in su, ma evidentemente una soglia di rilevanza c’era altrimenti non sarebbero bastate tutte le pagine di un libro per scrivere tutte le disgrazie del mondo). Fino all’ultima che riporta come cifra EE, ovvero Everyone Else, ovvero tutti, ovvero la fine del mondo.
Il messaggio a chi è destinato? Al Presidente degli Stati Uniti? Al Papa? Macché, troppo scontato. È destinato ad una capsula temporale che rimarrà chiusa per i prossimi cinquant’anni! Geniale no? Così quando Nicolas Cage (tu quoque, Nick?) ne viene a conoscenza cinquant’anni dopo alla riapertura della capsula non avrà il minimo dubbio sulla correttezza della previsione e… quindi? impedirà il disastro? impedirà la fine del mondo? ma no, niente di cosi banale, dopo aver messo al sicuro il figlio con gli alieni (?) per qualche curiosa associazione di idee, rinnegherà l’ateismo e riabbraccerà il padre (pastore) negli ultimi istanti di esistenza del mondo.
Eh si perché il mondo viene distrutto, dal Sole, nel modo più ridicolo che la cinematografia ricordi. A volte più che di effetti speciali, si deve parlare di scempiaggini speciali. Così possiamo gustarci questo superflash solare che incenerisce ogni cosa che tocca neanche fosse un raggio laser dell’astronave di Darth Vaderiana memoria.
Ma che importa? Quel che conta, è che l’ateo si è convertito e chissà perché ora è convinto che esista il paradiso. Il resto del mondo può letteralmente farsi friggere.
Come del resto i soldi del biglietto del cinema, che non te li ridanno indietro neanche se gli dici che sta per avvenire la fine del mondo.
J. Mnemonic