[attenzione: spoiler inside]
[voto: 5,3] Ci abbiamo messo un po’ a scrivere la recensione di questo film di Bong Joon-Ho ispirato dal fumetto francese (che ammettiamo di non conoscere) Transperceneige, perché ha suscitato in noi reazioni contrastanti.
Se da un lato l’aspetto filosofico ci ha abbastanza convinto dal punto di vista tecnico, come film di fantascienza propriamente detto, è molto brutto.
Cerchiamo di riassumere la trama che è abbastanza complessa. In un futuro prossimo i cambiamenti climatici causati dall’uomo hanno condotto il mondo a una nuova terribile era glaciale, gli unici sopravvissuti viaggiano all’interno di un lunghissimo treno che si muove in continuo su una ferrovia, costruita prima del cambiamento climatico, che attraversa tutto il globo. All’interno di questa arca di Noè a rotaie ci sono viaggiatore di serie A di serie B e di serie C. I primi sono quelli che si godono tutti i privilegi: carne fresca, droghe, sex parties etc. Quelli di serie B sono i militari che garantiscono la loro sicurezza dalle insurrezioni dei viaggiatori di serie C, costretti negli ultimi vagoni a cibarsi di proteine estratte dagli insetti e a una vita miserabile. Tutti sono sotto gli ordini di Mr Wilford che è ideatore e macchinista del treno.
Come si capisce fin da subito, i passati tentativi di cambiare le cose non sono mai andati a buon fine a causa delle repressioni violente, ma la rivolta guidata da Curtis (Cris Evans) e supervisionata da Gilliam (John Hurt) sembra destinata al successo, anche perché vede la collaborazione di un misterioso Minsu che conosce i segreti per aprire le porte dei vagoni successivi; anche se lo fa in cambio di droga per se e sua figlia Yona.
Arrivati alla vetta del treno, Curtis scopre il segreto, testa (cioè Mr Wilford) e coda (cioè Gilliam, nel frattempo ucciso nella rivolta) del treno sono sempre stati d’accordo nello spartirsi i compiti e decidere quanti dovevano sopravvivere e quanti dovevano morire. Ora lui può prendere il posto di Gilliam e ricominciare da capo. Ma nel corso di questo colloquio esplicativo con Mr Wilford, Minsu raggiunge il suo scopo, ovvero far saltare una porta esterna del treno il che causa una valanga che travolge il treno stesso. Unici sopravvissuti al disastro, Yona e un bambino che Mr Wilford usava per il funzionamento perpetuo della locomotiva; che escono dal treno e contrariamente a quanto raccontava l’indottrinamento di Wilford non muoiono congelati subito ma si rendono conto che potranno vivere all’aria aperta.
Ora come dicevamo, se filosoficamente il film può suscitare alcuni interrogativi interessanti a livello di storia sta in piedi come una sedia con due gambe.
Veramente troppi i punti inverosimili per far si che la storia regga, dalla domanda su quante riserve di carne dovessero avere nel vagone frigorifero a quella su dove prendessero tutti quegli insetti per sintetizzare il pasto per i passeggeri dei livelli inferiori.
Alla fine se dobbiamo dare un giudizio, non possiamo fargli raggiungere la sufficienza.
J. Mnemonic