“Ma come! sul sito di Civiltà Laica non c’è la solidarietà alle vittime di Parigi?”
E’ ovvio, anzi è pleonastico che i fatti di Parigi ci hanno fatto male e che noi laici non possiamo non commentare che questa è solo l’ennesima puntata delle conseguenze dell’integralismo religioso che da tempo denunciamo sul nostro sito.
Ma si sa, oltre che laici noi di Civiltà Laica siamo anche un po’ maliziosi, quindi ci cheidiamo perché la stessa osservazione non è arrivata quando ci sono stati gli attentati a Mumbai nel 2008 o perché non ci chiedano conto di non aver espresso solidarietà alle vittime di Beirut del 12 Novembre 2015 (il giorno prima di quelli di Parigi).
La verità è che se dovessimo esprimere solidarietà per ogni attacco islamista nel pianeta dovremmo stare ogni giorno ad esprimere solidarietà. Perché nonostante quello che prometteva il trittico BBB (Bush, Blair, Berlusconi) dopo l’attacco alle torri gemelle del 2001 il terrorismo islamico dopo quattordici anni è ben distante dall’essere sconfitto. Nonostante i giganti scesi in campo, verrebbe da dire.
È vero, per Charlie Hebdo l’abbiamo fatto, abbiamo messo il lutto nel nostro sito. Ma spero che riconosciate la particolarità del caso.
Ora detto questo pubblicheremo ogni tipo di analisi che i nostri soci abbiano voglia di fare sulla vicenda, come del resto abbiamo sempre fatto. Ma non per questo passeremo dalla parte di quelli che, magari da atei, brandiscono i crocifissi come clava perché l’Islam è peggio del Cattolicesimo.
Analizzando un poco la situazione possiamo dire che non è cambiata molto dal 2001.
Ci sono i reazionari ultracristiani (sia cattolici che protestanti) che in queste cose ci sguazzano e starnazzano la demenziale retorica del “chi non è con me è contro di me” che non ha portato fortuna neanche a Skywalker nella nuova trilogia di Guerre Stellari, figuriamoci se può portarla a Salvini, Gasparri e alla Santanché.
Ci sono a loro fianco gli atei devoti, i seguaci della Fallaci, che contro la barbarie islamica che non ha mai portato niente all’uomo scelgono la civiltà occidentale fondata sulla Grecia, su Roma e sulla Santa Romana Chiesa. Peccato che come la Fallaci questa gente dimentichi che se non era per la cultura islamica non solo non avevamo neanche i numeri per la matematica ma avevamo anche dimenticato buona parte dei classici greci.
Ci sono poi i Cristiani che si ricordano che qualcosa Cristo sulla non violenza aveva detto, e in nome di questo sfociano in un pacifismo pseudo-gandhiano che a volte è veramente improponibile.
Poi ci sono i laici come noi, memori del fatto che la nostra libertà deriva dall’illuminismo e dall’uso della ragione e che quindi cercano di usarla. Quelli che dicono che fra “colpire l’avversario per primo” o “porgere l’altra guancia” c’è una terza via che nessuno ricorda mai, ovvero quella di fermare la mano che ti sta per dare un pugno.
Al di là dei facili slogan, chi usa la ragione difficilmente si fa convincere che i bombardamenti a tappeto sui civili di qualunque paese possano non portare a una radicalizzazione mondiale dello scontro. Difficilmente si fa convincere che dichiarare guerra a un miliardo e mezzo di musulmani sia una buona idea e difficilmente si fa convincere che tutti questi siano indistintamente terroristi. Difficilmente si fa convincere della casualità del fatto che le forze Kurde vittoriose contro lo Stato Islamico a Kobane siano state lasciate sole alla mercé di Erdogan (che in quanto a integralismo islamico non deve apprendere niente).
Ecco, magari possiamo partire da qui, e ragionare laicamente, socraticamente e voltarianamente sulla questione. Se siamo convinti che ragionare sui fatti prima di far decollare i caccia sia utile.
Oppure possiamo partire e andare a dare una mano alle forze laiche del Kurdistan. Qualcuno di noi l’ha fatto.
Alessandro Chiometti