Nelle situazioni difficili si vede il meglio del nostro paese.
Questo mantra, ripetuto ogni dove, non riesce a nascondere una realtà oggettiva: in queste situazioni si vede anche il peggio.
Puntualmente con il terremoto arrivano i “giornalisti” che devono piantare la telecamera in faccia alla persona estratta dalle macerie chiedendogli cosa si prova ad aver perso casa, moglie, figli e gatto. Poi non può mancare Bruno Vespa che, rammaricato del fatto di non poter atterrare con il suo elicottero al centro dell’epicentro, con un ministro in diretta magnifica i tanti posti di lavoro che ci saranno grazie al sisma. E presto arriveranno i soliti ciarlatani che millanteranno di poter prevedere i terremoti grazie alla kriptonite, alle perturbazioni dell’etere, alle reazioni piezonucleari, etc.
Ma questo non basta. Grazie all’immancabile social network oggi le bufale corrono indisturbate e quindi ecco il gomblotto con qualcuno che ha fatto derubricare la magnitudo in modo che lo Stato potesse non pagare i danni del terremoto, la solita idea geniale irrealizzabile che vorrebbe dare ai terremotati i soldi del Superenalotto (gestito da una società privata) e poi i soliti fascio-leghisti che gridano allo scandalo perché i terremotati hanno passato le prime notti nelle tende mentre gli immigrati sono in hotel di lusso. Il tutto corredato dalla “vignetta umoristica” del solito Krancic a cui prima o poi qualcuno ricorderà che anche lui è, a tutti gli effetti, un immigrato sul suolo italiano.
Poi non possono mancare i fanatici religiosi e se Militia Christi ha partorito lo sproloquio della punizione divina per l’approvazione della legge Cirinnà poi rilanciata da varie pagine facebook (da cui il sedicente movimento per la vita si è ben guardato da prendere le distanze), non sono mancate le solite grida al miracolo perché una statuetta della madonna era stata preservata dai crolli.
Inutile dire cosa ce ne facciamo di un dio che salva le statuette mentre muoiono quasi trecento persone (per non parlare del dio di Militia Christi i cui componenti evidentemente non hanno neanche letto il vangelo). Possiamo dire però che ci ha dato davvero fastidio mercoledì mattina sentire lo speaker di Rai-Radio1 che in diretta affermava: “il pensiero di tutta Italia è diretto agli affreschi della basilica di Assisi”. Ora, con tutto il rispetto per l’arte, pensiamo che in una situazione del genere in cui i morti si contavano già a decine, se il tuo pensiero va a degli affreschi dovresti farti vedere da qualcuno veramente, ma veramente bravo.
Però non tutto il male viene per nuocere, come si suol dire. Qualcuno ha colto l’occasione per risolvere il problema della teodicea in diretta televisiva. Ebbene sì, Monsignor Vincenzo Paglia (fresco di una di quelle promozioni che non si capisce se siano tali o piuttosto rimozioni) alla trasmissione “L’estate in diretta” ha dichiarato che: “C’è un mistero del male che ci sovrasta. In questi momenti emerge, nella sua crudezza, un male che, io vorrei dire subito, trova Dio, contro, in una maniera decisa. Ecco perché la domanda che possiamo anche farci, se la fece anche Gesù …..perché mi hai abbandonato ? Però questa domanda, dobbiamo dire, oggi ha una risposta: che l’amore, comunque, non abbandona. […] Se mi è permesso di usare un’immagine direi che le mani di Andrea come le tante altre migliaia di mani , sono quelle stesse di Dio, non sono solo le loro. Quelle mani sono mani divine perché hanno aiutato il Signore a stare accanto a tutti…”
È evidente che questo è un maldestro tentativo di aggirare la domanda, sappiamo che quest’atteggiamento è parte del loro lavoro di preti. Fin dove si può gridare al miracolo si grida al miracolo quando non si può, costretti dall’evidenza di decine di corpi di bambini sotto le macerie, si “ciurla nel manico”. Anche con lo sforzo del monsignore la domanda della teodicea resta senza risposta nonostante i cristiani hanno avuto ben duemila anni per pensarci sopra.
La ricordiamo, nella sua formula più recente: Se Dio vuole impedire il male ma non è in grado di farlo, allora non è Onnipotente. Se è in grado di farlo ma non vuole, allora deve essere malvagio. Se non può e non vuole, perché chiamarlo Dio?
Ci sono diverse possibili uscite da questa domanda, quelle più importanti da parte cattolica sono: quella “classica” data da San Tommaso che a sua volta aveva rielaborato Sant’Agostino, ovvero che il male è solo incidentale e che comunque il fine ultimo sarà il bene; oppure quella del filosofo cattolico dissidente Mancuso per cui Dio è creatore ma non governa il mondo/universo.
Ora è evidente che a noi non convincono nessuna di queste due spiegazioni (e neanche altre di diversa matrice religiosa), tuttavia ci sembra che il monsignore si sia preso una bella libertà santificando le mani di coloro che altro non sono che uomini. Forse devoti, ma pur sempre uomini. Aggirare la risposta asserendo che il Dio cristiano si manifesta nell’amore dei soccorritori ci sembra davvero una vigliaccata. In primo luogo perché per l’appunto nega una risposta a una domanda che per noi può essere una speculazione filosofica ma non lo è certo per chi ha perso un parente. In secondo luogo perché divinizza l’amore umano che di certo non ne ha bisogno perché è già abbastanza importante così.
Certo, non rimpiangiamo le farneticazioni a Radio Maria di De Mattei che nel 2011 disse che il terremoto in Giappone era un castigo di Dio, però insomma mettetevi d’accordo una buona volta, se le vie del vostro Signore sono misteriose vuol dire che sono misteriose! È inutile che andate in tv a cercare di spiegarle.
Alessandro Chiometti