* di Lia Celi (sito personale)
Il giallo di Perugia lo conferma: la vera famiglia italiana è composta da un papà, una mamma e un agente del Ris. Evidentemente, nel matrimonio sono cambiate le regole d'ingaggio, ma le mogli non sono state avvertite. Si evolvono i simboli del vincolo coniugale: per la donna la fede al dito, per l'uomo le manette ai polsi.
Hanno ragione i teocon, non si può mettere sullo stesso piano una
coppia gay e una coppia regolarmente sposata: è difficile che un
omosessuale ammazzi di botte la moglie incinta. La Chiesa perdona
Roberto Spaccino: «Barbara era perfettamente sana e non voleva morire:
suo marito dunque non si è macchiato dell'orrendo crimine
dell'eutanasia». Ma i vicini inveiscono contro l'uxoricida che ha messo
in scena una rapina per nascondere il delitto: «Bastardo, se confessavi
prima evitavamo di spendere una fortuna in antifurti». Domenica
prossima grande manifestazione nazionale a Roma per protestare contro
una magistratura relativista che si rifiuta di scaricare gli omicidi in
famiglia al primo sbandato romeno a tiro. Silvio Berlusconi annuncia la
sua presenza: «Così, se succede qualcosa a Veronica, avrò un alibi di
ferro».