Dal sito dell’UAAR, una perfetta replica alle solite farneticazioni dell’Avvenire.
Chiunque sia l’autore, i nostri complimenti!
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Continuano le violenze anticristiane in India: nei giorni scorsi, a Jabalpur, è andata a fuoco la cattedrale cattolica. L’altro ieri, su Avvenire, il quotidiano dei vescovi italiani, Andrea Lavazza ha preso spunto proprio da quest’ultimo fatto per denunciare come l’Occidente sia rimasto senza voce di fronte a tanta violenza. Anzi, ha rincarato la dose sostenendo che “i mille volenterosi volterriani, pronti a battersi fino alla morte affinché chiunque possa esprimere le proprie idee, anche se non le condividono, [sembra che] nutrano con il filosofo illuminista lo stesso pregiudizio anti-cattolico, in base al quale si possa fare un’eccezione rispetto al proclamato diritto universale di esprimere liberamente le proprie opinioni. E, di conseguenza, di poter manifestare in piena sicurezza la propria fede religiosa”.
Sull’edizione di ieri Luigi Geninazzi ha parlato di “cristianofobia”, di “globalizzazione” dell’”odio anti-cristiano”, definito un “nuovo antisemitismo”, che contraddistinguerebbe “vari paesi del mondo”. Gli esempi di Geninazzi sono India, Turchia, Iraq, Indonesia, Pakistan, Algeria, striscia di Gaza.
Ecco, proprio gli esempi forniti da Geninazzi permettono di inquadrare bene il problema: non si tratta infatti di paesi dove i volterriani abbondano. E anche laddove, per ragioni storiche, lo stato è laico, sono i partiti religiosi, l’AKP islamico in Turchia come il BJP induista in India, a soffiare sul fuoco. E soffiano proprio partendo da valori quali la “tradizione”, “le radici religiose” della loro nazione, la sottolineatura che cambiare religione “è male”. Sono le stesse argomentazioni, avanzate, sicuramente senza violenza, ma non con minor determinazione, dagli ultimi due papi nei confronti dele autorità politiche occidentali.
I volterriani, e più in generale i sostenitori della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, ritengono invece che il diritto di cambiare convinzione, religiosa o no, per assumerne un’altra, religiosa o no, sia un diritto inalienabile dell’uomo. I leader religiosi non la pensano così. Volterrianamente siamo solidali con i cristiani perseguitati in India, e volterrianamente siamo per la libertà di coscienza per tutti e ovunque: altrettanto volterrianamente, però, invitiamo i cattolici a non invocare laicità e libertà di coscienza solo laddove si trovano in minoranza. Sarà più facile, per i loro correligionari che vivono nei paesi a rischio, dimostrare la propria buona fede.