Questo piccolo libro (116 pagine) edito da Minimum Fax ed uscito un anno prima della morte dello scrittore, raccoglie dodici interventi dello straordinario libero pensatore (umanista come lui stesso si definisce) americano apparsi nel corso del 2004 su "In these times", rivista radicale statunitense.
Sono interventi che lasciano stupiti per la lucidità di pensiero e per
il loro taglio che molti definirebbero "antiamericano" se non fosse
per il piccolo dettaglio che Vonnegut é americano; la qual cosa rende
problematico etichettarlo.
Irriverente, surreale, cinico, sarcastico, Vonnegut dall'alto dei suoi
ottantadue anni parla della sua visione del mondo, del suo senso della
vita, del suo rapporto con Cristo e di quello con le religioni (non è
la stessa cosa per lui), dell'America, dei suoi sogni perduti e del
pessimismo nei confronti di un umanità che sembra aver deciso di
estinguersi rapidamente.
O forse è la terra, dice Vonnegut, che per autodifesa ha deciso di
eliminarci grazie alla creazione di nuovi virus che vede come la
risposta immunitaria del pianeta alla malattia "uomo"
Un testo indispensabile per chi non ha una visione del mondo conforme al Pensiero Unico Dominante.
"In caso non l'aveste notato, oggi noi americani siamo temuti ed odiati
in tutto il mondo proprio come lo erano un tempo i nazisti.
E a ragione.
Perciò io sono un uomo senza patria"
Un uomo senza patria
di Kurt Vonnegut