Unioni Civili e pensione di reversibilità

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Il disegno di legge sul riconoscimento giuridico delle unioni tra persone dello stesso sesso (Unioni Civili – Titolo I del ddl n. 14, noto anche come decreto Cirinnà), che dovrebbe essere discusso nei prossimi mesi in Parlamento, prevede, in caso di morte di uno dei partner, il riconoscimento di una pensione al superstite secondo le regole già in vigore per le coppie unite in matrimonio.

Questo è l’aspetto della legge che, realisticamente, ha suscitato legittime obiezioni in rapporto al costo aggiuntivo per le casse dell’Inps che la norma avrebbe comportato.

irish prideConsiderato che l’argomento è stato usato, spesso in modo rozzo e fantasioso, per contrastare l’avanzamento del disegno di legge sembra opportuno fare un po’ di chiarezza e ipotizzare qualche cifra , seppur con l’approssimazione che ogni previsione influenzata da dinamiche sociali e demografiche comporta.

Prima di ragionare sui numeri, occorre avere presente che la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha recentemente stabilito che negare le pensioni di reversibilità alle unioni civili tra persone dello stesso sesso costituisce una discriminazione sul lavoro, per cui non sembra possibile eliminare la norma dal progetto di legge in discussione.

A fare i primi conti ha pensato l’Inps, con uno studio pubblicato nel mese di marzo 2015 dall’ufficio Coordinamento Generale Statistico Attuariale (1), proprio per stimare l’onere derivante dal riconoscimento alle coppie omosessuali della pensione in favore dei superstiti. Nel condurre l’analisi l’Inps ha fatto riferimento alla esperienza tedesca, considerate le profonde analogie con l’istituto dell’unione civile previsto dal ddl n. 14, a cui i proponenti della legge hanno più volte dichiarato di volersi ispirare.

Lo studio stima in 5.000 il numero delle coppie che dovrebbero regolarizzarsi con l’istituto dell’Unione Civile subito dopo l’approvazione della legge, numero che aumenterebbe negli anni successivi in misura costante di circa 2.500 coppie l’anno, sino a raggiungere nel 2025 – 10 anni dopo l’entrata in vigore della legge – le 30.000 coppie. Da questa platea, il numero di nuove pensioni ai superstiti che emergerebbero sarebbero all’inizio modestissime (circa 30 unità nel 2016) per salire progressivamente nel corso del decennio successivo sino a raggiungere le 640 pensioni nel 2025. I maggiori oneri connessi ammonterebbero inizialmente a € 100.000 (nel 2016) per raggiungere alla fine del decennio il costo complessivo annuo di € 6 milioni circa.

Lo studio ufficiale dell’Inps ha fatto seguito a un altro studio commissionato dall’associazione “Love out law” (2) e sviluppato tenendo conto dell’esperienza di alcuni paesi europei che si sono già dotati di un analogo istituto, nella forma di unione civile o di matrimonio, per le coppie omosessuali.

Le conclusioni di questo studio sono in parte diverse da quelle Inps. Infatti le proiezioni stimano per il 2025 un numero di 45-48 mila coppie omosessuali in Italia, numero superiore alla stima dell’Inps, con un costo pensionistico alla stessa data di circa un milione di euro.

La valutazione condotta su dati europei appare significativamente inferiore a quella dell’Inps a cui sembra però opportuno attenersi, sia per ovvia prudenza che per la maggiore conoscenza che il nostro istituto previdenziale ha delle dinamiche demografiche e della normativa italiana.

Quali che saranno in futuro i veri costi di quest’allargamento, si può ragionevolmente affermare che i maggiori oneri per le casse dell’Inps appaiono sostenibili e anche se si avesse qualche significativo scostamento rispetto alla stima dell’Inps il sistema previdenziale italiano non ne sarebbe stravolto, come invece qualche politico avversario della legge ha voluto rappresentare, dimostrandosi disposto a utilizzare una scorretta informazione pur di sostenere la propria azione politica.

La legge sulle unioni civili è una legge di civiltà che riconosce istanze individuali meritevoli di tutela, troppo a lungo misconosciute, al pari di altre classi di diritti individuali in materia di inizio e fine vita e di sessualità di cui ancora oggi in Italia non è possibile parlare senza suscitare reazioni isteriche o sentirsi prospettare bizzarre argomentazioni, che immediatamente dividono e precludono qualunque discussione.

Dagoberto Frattaroli

  1. Il documento dell’INPS è reperibile all’indirizzo:

http://www.articolo29.it/wp-content/uploads/2015/05/RT_Estens_Revers_Unioni_Civili_31032015.pdf

  1. Lo studio europeo, commentato e rielaborato, è reperibile sul sito de “Lavoce” all’indirizzo: http://www.lavoce.info/archives/33871/pensione-di-reversibilita-alle-coppie-gay-non-costa-quasi-nulla/

21 Luglio 2015   |   articoli, attualità   |   Tags: , , ,