È tornato il Carnevalone di Poggio Mirteto e puntualmente migliaia di persone sono tornate a celebrare allegramente in piazza questa festa plurisecolare che celebra l’autoliberazione del borgo dallo Stato Pontificio.
Nonostante la festa avvenga puntualmente dal 1861 (con qualche pausa dovuta al ventennio fascista e più recentemente alla Covid19) quando torna tutti i mass media, che ormai servono solo da ripetitori dei social network, vengono colti impreparati e dalla meraviglia: “Oh mio dio ma c’è una festa anticlericale? Ma si può fare in questo paese?” e poi giù a raccapezzare parole a caso per far contenti i lettori benpensanti.
Poco conta che come dicevamo, nonostante di quattro anni di fermo obbligato per la pandemia e il fatto che il circolo Arci di Poggio Mirteto non può di certo permettersi annunci urbi e orbi in giro per l’Italia per sponsorizzare la festa ma, come sempre, usa il tam tam del passaparola, migliaia di persone sono accorse anche per questo restart, colorate e gaudenti e subendo gli attentissimi controlli personali delle forze dell’ordine dispiegate, anche qui come tradizione vuole, in pompa magna neanche si dovesse entrare nella striscia di Gaza invece che nel piccolo borgo sabino.
Quest’anno lo sforzo delle forze dell’ordine ha portato alla segnalazione di ben 17 (leggasi diciassette, vedi articolo del Messaggero) persone per “consumo di stupefacenti” mentre si recavano alla pericolosissima festa anticlericale. Ora dato che lo stesso articolo stima in 3500 le persone presenti e che Roberto Saviano nel suo libro “Zero zero zero” stima una percentuale di italiani che fa uso di cocaina del 50% circa; ne risulta che la piazza di Poggio Mirteto quella domenica sia stato il luogo d’Italia più drugs-free del nostro paese!
Ma tant’è che ben altro ha attirato questa volta le attenzioni dei mediocri media italioti. Il rogo di un manichino della Meloni in piazza a concludere la giornata di festa.
Che roba Contessa!
Si distinguono per estrema indignazione:
- Affari Italiani con il fantastico titolo “Carnevale BellaCiao” . Chissà perché, neanche l’abbiamo sentita in piazza. Se era per dare del “gommunisti!” a casaccio allora era meglio richiamare “fischia il vento”; ma non è che possiamo chiedere più di tanto al “primo quotidiano digitale d’Italia (sic! ci sarà pure un motivo se oggi l’informazione italica è messa così male);
- Il Giornale con il nostalgico “Odio rosso senza freni”... o forse pensavano al mondiale di F1 incombente?
- Il secolo d’Italia che con il suo “poche decine” ci ricorda che difficilmente si può essere di destra in Italia senza raccontare balle.
Stranamente moderato Il tempo, che addirittura da spazio anche a chi ricorda che ogni anno si sono bruciate figure politiche in piazza al carnevalone. Che roba Contessa, ma che fate alla redazione de Il Tempo, non vi starete mica buttando a sinistra?
Risate obbligatorie! Del resto è un carnevalone, e bruciare il bamboccio di turno in piazza è tradizione (anche del carnevale classico di Poggio Mirteto, non solo del Carnevalone Liberato). Nel corso degli anni è toccato più o meno a tutti, anche a Enrico Letta segretario del PD, pensate un po’!
Lo sappiamo, bruciare un fantoccio in piazza è un messaggio di violenza che non può essere condiviso. In particolare da chi vende le armi per bruciare davvero le persone in piazza con bombe al fosforo e uranio impoverito.
foto di Alessandro Chiometti (vedi licenza CC selezionata)