[attenzione: spoiler vari]
Ogni generazione ha i suoi miti, e sebbene molti siano ormai trasversali quelli che nascono o esplodono durante la propria giovinezza sono quelli a cui si resta affezionati.
Così per la nostra generazione di lettori di fumetti (quando ancora Lucca Comics non era l’evento culturale che muoveva più soldi in Italia) uno dei miti indissolubili sono di certo gli X-Men di Chris Claremont e i suoi immediati successori.
Se la Marvel cominciava ad accusare un po’ di stanchezza dopo essere stata autrice del rilancio dei comics negli anni ’60 grazie a Spider Man, I Fantastici Quattro ed Hulk il suo rilancio lo deve proprio agli x-men, ovvero homo sapiens superior, mutanti con nuove capacità e per questo reietti della società. Quindi non solo super-eroi con super-problemi (esistenziali e non) come sembrava ormai essere il marchio di fabbrica della casa di Stan Lee, ma neanche ben accetti in quella società per la cui salvezza combattono.
Gli Avengers era un’ottima testata ma in confronto alle innovazioni dei personaggi portati da Claremont nei suoi X-Men perdeva inevitabilmente il confronto; questi rappresentavano davvero una rivoluzione. E su su tutti spiccava Wolverine che in breve tempo divenne così popolare da avere una testata sua e un’infinità di cross over in ogni collana che doveva essere rilanciata.
Se la saga mutante “Giorni di un futuro passato” rappresentò l’apice dell’era di Claremont “L’era di Apocalisse” di una decina di anni successiva rappresentò l’apice di quella dei suoi successori. “Onslaught” invece, a nostro modesto giudizio, segnò la fine delle idee e l’inizio delle ripetizioni noiose e ridondanti di vecchie trame.
Nell’universo cinematografico invece è avvenuto un percorso esattamente opposto, se gli X-Men sono stati quelli che hanno aperto le porte all’invasione dei super eroi al cinema (insieme al mai abbastanza rimpianto Spider Man di Sam Raimi) gli Avengers sono quelli che hanno dato una marcia in più.
Sarà probabilmente perché come dice l’irriverente Deadpool quando incontra Colosso che lo deve portare dal Prof. Xavier “Ma di quale Xavier parli? Patrick Stewart o Mc Avoy? Avete incasinato così tanto le trame che nessuno ci capisce niente!”
Ed effettivamente è così, andare al cinema a vedere Dark Phoenix sapendo che avendo avuto il tempo di rileggere i riassunti de film precedenti su wikipedia e quindi ci capirai ben poco non è mai piacevole. E puntualmente… Che fine ha fatto Wolverine? Perché non c’è in questa linea atemporale? Ah già perché sul capitolo prima aveva la mente incasinata… ma perché sono gli anni novanta e ancora c’è Patrick Mc Avoy? Dovrebbe essere Stewart visto che ormai dovrebbe avere un bel po’ di anni… e poi Jean Grey no! scusate ma la Janssen aveva tutto un altro fascino, Sophie Turner probabilmente può fare qualunque ruolo al cinema ma non quello di una donna così conturbante che fa perdere la testa a Wolverine e che diventa una delle entità più potenti dell’universo. No, non ce la vediamo proprio. E la trama stavolta davvero fatichiamo a dargli la sufficienza, non c’è nulla da fare, appena Brian Singer lascia il timone si vede eccome. [voto a Dark Phoenix 6,0/10]
Non c’è confronto con il doppio film degli Avengers: Infinity War/ Endgame che, questo sì, mette il punto a un percorso evolutivo di tutti i personaggi coinvolti in modo degno e convincente.
Endgame riassume tutto quello che negli ultimi quindici anni abbiamo visto nei supereroi: l’epicità delle storie di Capitan America, il sarcasmo degli ultimi film di Thor che è così superiore da potersi presentare nudo con venti chili di troppo (tira più un barile di birra… ), la tecnologia di Iron Man, Hulk che è sempre Hulk, la vedova nera che compie la drammatica catarsi al contrario del suo nome, lo splendore dei Guardiani della Galassia e soprattutto la magia di Doctor Strange che probabilmente è il personaggio più riuscito dell’universo marvel cinematografico insieme a Logan. Certo, purtroppo abbiamo nella storia anche il nuovo Spider Man.
Quest’ultimo è secondo noi l’unica scelta inspiegabile dell’universo marvel/avengers. Se la trilogia di Raimi sfiorava la perfezione, almeno nei primi due capitoli i due reboot sono improponibili. Perché cambiare? Capiamo l’esigenza del mercato adolescenziale, e pre-adolescenziale. Però allora lasciatelo fuori dalla linea Avengers almeno.
Di altre scelte sbagliate, in questi anni ce ne sono state poche. Le due false partenze di Hulk, il secondo episodio di Iron man, l’inspiegabile sacrificio precoce di Quicksilver (forse perché inspiegabile doppione con quello inserito nell’universo marvel/ X-Men?).
Ma per il resto i due film sono davvero un must per gli amanti di questo tipo di fantascienza, e ci dispiace per chi ha pregiudizi contro la Disney ma sono problemi tutti suoi.
[Voto per Infinity War/Endgame: 8,6/10]
La “vittoria” va quindi all’universo Marvel – Disney/Avengers anche se quello Marvel –Fox/ X-men non ha deluso.
Oggi i Vendicatori vedono veleggiare il loro film verso il record assoluto di incassi e di spettatori.
Gli X-Men continuano invece a detenere il primato delle vendite nei fumetti, il numero uno della loro serie del 1991 è l’albo più venduto al mondo con otto milioni di copie.
Attendiamo l’evolversi delle storie, sperando che nel frattempo qualche coraggioso regista riesca a convincerci a togliere il velo pietoso che abbiamo steso sulle versioni cinematografiche dei Fantastici Quattro.
J. Mnemonic